Fino agli anni ’70 a Lierna era in uso celebrare la Cuccagna di martedì grasso. La festa iniziava già nei giorni precedenti, in piena atmosfera carnevalesca, con i giovani che andavano per case e per poderi a raccogliere l’offerta degli abitanti, culminando in piazza con giochi, balli e pranzo rigorosamente gratuito; nel pieno rispetto dell’antica tradizione della Contessa Bettina.
Di lì a qualche tempo però, a Lierna come negli altri borghi, l’offerta venne convertita in un più prosaico pagamento di biglietto a fronte dell’acquisto di prodotti all’ingrosso; trasformando i vari eventi nelle sagre che oggi conosciamo e che animano le molteplici notti dell’estate casentinese, da una borgata all’altra. Abbandonata la cuccagna per problemi metereologico-stagionali, perché a quei tempi di neve ne scendeva tanta dal cielo, si scelse di spostare i festeggiamenti nel pieno dell’estate. Nacque così la “Sagra della Ranocchia” che, dal 1982, si ripete ogni anno durante il primo fine settimana di Agosto.
Inizialmente la cucina veniva allestita sotto la copertura dei lavatoi e venivano utilizzati alcuni fondi di appoggio di casa Galastri. In seguito la comunità si costituì in Pro Loco, per meglio dialogare con l’amministrazione e con l’intento di migliorare ed accrescere la festa edizione dopo edizione.
Piscina, elicottero, dama vivente, dimostrazioni di sbandieratori, sono alcune delle attrazioni che sono state proposte negli anni a corollario del cibo, della musica e dei balli.
Nel corso degli anni, la Pro loco ha cercato di migliorare ed accrescere la sagra, edizione dopo edizione, sviluppando strutture fisse e mobili, con una visione progettuale d’insieme che serviva alla festa in estate, e alla comunità durante il resto dell’anno.
Dalla nuova cucina perfettamente attrezzata ed inaugurata nel 2009, escono piatti della tradizione: antipasto toscano con crostini e salumi, tortelli al ragù, penne all’arrabbiata e una buonissima polenta al sugo, arista, insalata, patate e la regina della festa; la “ranocchia fritta”. Dalla griglia escono le carni: salsicce, rigatino e generose fiorentine che come vuole la tradizione Toscana possono essere accompagnate da un Chianti DOCG dei colli aretini della Tenuta il Palazzo in Loc. Antria; Il menù si completa poi con crostata, cantuccini e vin Santo. Il servizio è veloce, perché la partecipazione dei residenti volontari è molto alta, orgogliosi della qualità del prodotto offerto, su piatti di coccio con posate di metallo e bicchiere di vetro.
Il nostro ringraziamento va a chi permette la riuscita dell’evento, la cucina di Fulvia, Michela, Angela, Adriana, Monica, Rosetta, Cristina, Agostina e Lisa, ma anche alla postazione paiolo, di Loretta, Giulia e Bruno. La griglia di Emanuele, affiancato da Cungi, Bigoni e Fausto, che dopo trent’anni ha lasciato la postazione a due degli ultimi arrivi in paese, Sergio e Simone. I cugini Loppi, i fratelli Pierazzuoli addetti alle bevande, e le ragazze del Barrana per il servizio “dell’aperitivo di accoglienza”. Gino, Piero e Beppe per il sevizio di parcheggio gratuito e il piccolo esercito di camerieri, sparecchiatori e assembratori di ordini, simbolicamente capeggiati dal leggendario Giubba.
Nel dopocena si balla e si frescheggia in piazza o si passeggia per il mercatino artigianale che nelle ultime edizioni, grazie all’impegno di Piero Bruni, si è esteso nel vecchio borgo appena restaurato. Ad ogni angolo si può incontrare il fabbro, l’illustratore, il pittore, lo sculture del legno o della pietra, passando per un assaggio di vino alle cantine Visi e poi su, fino alla mostra fotografica allestita al piano d’ingresso del castello.